La chitarra è uno degli strumenti musicali dal suono più bello ed elegante in assoluto. La tipologia di chitarra come sappiamo varia di genere in genere: Il suono è l’elemento che varia. Più propriamente parlando, il suono cambia al variare della chitarra. Possiamo trovare chitarre elettriche oppure acustiche. Naturalmente il suono necessita di essere amplificato soprattutto se stiamo suonando in luogo pubblico e ci stiamo esibendo. Per questo esiste l’amplificatore. Ma qual è il migliore amplificatore? In base a quali criteri scegliere? Per questo abbiamo redatto una pratica guida, oltre la quale sono state raccolte tutte le possibili domande più frequenti. Via ogni dubbio sull’amplificatore. Buona lettura!
Un amplificatore per chitarra è un accessorio che serve a processare il segnale elettrico che viene emesso dai pick-up delle chitarre. Il compito è quello di trasformare il segnale in segnale di suono e lo fa proprio mediante gli alto parlanti. Le componenti di un amplificatore sono il circuito elettronico detto preamplificatore e gli altoparlanti che sono i cosiddetti coni da cui fuoriesce il segnale elettrico sotto forma di suono. A seconda del modello di amplificatori possiamo avere altoparlanti di 10 pollici, 15 pollici e con impedenze variabili da 4 a 16 Ω.
La risposta a questa domanda non è univoca. In base al genere che volete suonare e alla canzone, bisogna regolare l’amplificatore. Se volete suonare generi come l’hard rock oppure il metal occorre equalizzare i bassi su un livello di potenza basso e tenere il gain alto. Più hard sarà la canzone e la melodia, maggiore dovrà essere il gain. Naturalmente durante la regolazione prestate attenzione ad alzare il volume molto gradualmente poiché è possibile che ritorni il fischio. Se volete potete scegliere anche gli amplificatori che integrano la disposizione per la riduzione del rumore. Il suggerimento è anche quello di regolare e provare a regolare il volume se vi trovate in sala di registrazione pure sul palcoscenico, ma in casa andateci piano e regolate le frequenze più lentamente senza esagerare con il volume. Se siete amanti di suoni meno aggressivi e di un pop oppure rock poco più leggeri allora dovreste prediligere le notte basse e regolare il gain al minimo, alzando i bassi per compensare e per mettere in evidenza le note più basse. In ogni caso è tutta questione di sperimentazione: provate e riprovate fino a che non esce fuori il suono che preferite in assoluto.
Per poter riparare il vostro amplificatore, partite dalla munizione di tutto l’occorrente e staccate la presa della corrente per un fattore di sicurezza imprescindibile. Iniziate con l’eliminazione di tutte le viti e la rimozione della prima parte strutturale che copre l’interno. Se l’amplificatore era acceso fino a qualche minuto prima, una volta sbrigata questa operazione della rimozione viti, bisogna lasciare l’amplificatore fermo di procedere. Nel frattempo se potete farlo senza toccare nulla, mappate su un foglio tutti i cavi che avete davanti così da poter avere sotto gli occhi un promemoria. Se ci sono parti bruciate o difettose occorre rimuoverle tutte e sostituirle con pezzi nuovi. Naturalmente per capire se c’è o meno un difetto bisogna fare il test tramite una sonda a multimetro. Esistono tantissimi test per amplificatori che vanno a decretare il funzionamento e a farci capire se e cosa funziona male per permetterci di semplificarci le riparazioni e non buttare via uno strumento così importante che in alcuni casi arriva a costare anche qualche migliaio di euro.
La riparazione autonoma è consigliata solo qualora siate fuori dal periodo di garanzia e dall’assistenza post vendita; in caso contrario contattate la casa madre e chiedete il rimorso oppure la sostituzione.
Se non ne avete mai sentito parlare, sappiate che l’amplificatore per chitarra si può collegare anche al Pc. Per fare questa operazione avete necessità di una scheda audio ed i un’uscita jack. La scheda audio esterna va collegata direttamente alla chitarra e alle casse del computer. Un’alternativa a questa procedura può essere quella di provare un riduttore per cavetto jack e collegare l’amplificatore all’uscita delle cuffie oppure alla cassa del vostro PC.
Microfonare l’amplificatore per chitarra è un’operazione possibile se si ha un mixer con l’uscita apposita per i microfoni. Per sistemarlo bisogna utilizzare un’asta e posizionarla ad una distanza intermedia con la rete dell’amplificatore. Una volta ultimati i collegamenti basterà accendere l’amplificatore ed impostare le frequenze che desiderate. Dopo di che alzate il volume gradualmente e ed il volume del microfono per poi iniziare a suonare. Aggiustate il suono regolando il volume a partire dal mixer e contestualmente regolate la posizione del microfono.
Amplificatore a valvole e amplificatore a transitor non sono uguali fra loro. Ogni amplificatore produce un suono differente. Ci sono delle somiglianze strutturali ma comunque il suono cambia anche a seconda del produttore. Un esempio chiaro sono gli amplificatori per basso che hanno un suono caratteristico. Gli amplificatori a valvole utilizzano valvole sottovuoto per intensificare la potenza del segnale audio mentre i transitor utilizzano dispositivi di amplificazione corrente.
La potenza dell’amplificatore cambia nella scelta anche sulla base del tipo di amplificatore. Gli amplificatori a transitor sono differenti nella potenza da quelli a valvole. In questi ultimi ad esempio già con 100 o 200 watt il suono è da considerarsi ad uno stadio soddisfacente. Se utilizziamo un amplificatore a transitor per ottenere un buon suono dovremmo partire da circa 350 watt che è comunque da considerarsi il minimo. Oltre alla potenza però va considerato un altro elemento: la riserva di potenza tenuta sotto al cofano che permette di fornire un un ulteriore stimolo al suono finale, mantenendo quest’ultimo però sempre pulito e senza alcun feedback ( il classico fischio). Per questo motivo spesso si trovano amplificatori a transitor di 100 watt. Il loro punto di forza risiede proprio nella riserva di potenza e per questo sono da considerarsi più neutri rispetto agli amplificatori valvolari. Per questo i bassisti per esempio tendono a preferire gli amplificatori a transitor dal momento che sono maggiormente versatili e permettono di suonare più stili. Inoltre è suggerito utilizzare il monitor da terra oppure in-ear per potersi ascoltare bene ed evitare suoni distorti.
Nella scelta dell’amplificatore, va valutata anche la tipologia di casse. Il mercato offre veramente tantissimi modelli di questi altoparlanti. La tecnologia è sempre in continua espansione ed è capace di rispondere a diverse esigenze sia di budget che di stile. Le casse con coni da 10″ sono le più diffuse e quelle più utilizzate. 10″ è la misura e si configura come quella migliore per le note basse, cioè per enfatizzare le note a bassa frequenza. Per questo utilissime per chi fa uso del basso, degli slap e del plettro. I maggiori produttori di amplificatori hanno reso l’efficienza dei coni e degli amplificatori ancora migliore affiancando più di un cono. Per questo possiamo trovare facilmente anche casse 2 x 10 , 6 x 10 e 8 x 10 coni che si attivano tutti contemporaneamente. Naturalmente una cassa 8 x 10 ha un peso considerevole e per questo si fa utilizzo del cosiddetto neodimio per alleggerire il peso di tutti i materiali.
Le casse con coni da 15 “ invece hanno un suono pieno di frequenze basse e profonde. Questi coni sono più grandi e permettono di ottenere un risultato più soddisfacente in termini di suono, con una pressione acustica importante ed una definizione del suono ed una tridimensionalità accentuate.
Le casse con i coni da 12 “ sono invece una via di mezzo fra i coni da 10″ e i coni da 15″. In realtà più che una via di mezzo importante, rappresentano un buon compromesso che serve a dare risultati differenti sia per le basse frequenze e le note basse sia per i suoni profondi e le frequenze alte. Grazie ai coni da 12″ si può avere una buona combinazione di dimensioni differenti tenendo sempre a mente le impedenze della cassa, gli ohm e le variabili che ci sono da considerare nell’amplificatore. Utilizzando questa tipologia di casse possiamo anche scegliere di usarne diverse tutte insieme facendo comunque sempre attenzione alla dimensione delle stesse e al fatto che impilandole fra loro possano diventare instabili e cadere.
Abbiamo accennato prima al monitoring in-ear che serve a tenere sotto controllo il suono sul palco e a sincerarsi che il suono emesso non esce distorto. Si tratta di una soluzione molto efficace, molto leggera e portatile di conseguenza. Si tratta di un’alternativa allo stack dietro la schiena che riporta dei vantaggi consistenti poiché preserva l’udito e separa i suoni oltre a rendere il mix molto più chiaro. E’ una soluzione generalmente più compatta e molto più comoda se siete soliti esibirvi in posti diversi e quindi di dovervi spostare spesso. Il monitoring in ear ha bisogno di un periodo di adattamento: infatti inizialmente sembrerà di essere isolati.
I pre amplificatori esterni a transitor oppure a valvole vengono spesso posizionati tra il basso e la consolle perché in questo modo si può evitare di installare tutta la strumentazione relativa alla sezione amplificatore e cassa. Di fatti spesso accade che i bassisti vengono legati al mixer mediante di box attiva oppure direttamente alla consolle di mixaggio. In questo modo però non è possibile ridurre al minimo l’intruglio di cavi sul palco. Tuttavia questo intruglio fino a poco tempo fa era da considerarsi necessario per enfatizzare il suono. Grazie al pre amplificatore esterno, oggi si può evitare. Inoltre il suono grazie al pre amplificatore risulta più carico e più pulito in alcuni stili musicali.
Abbiamo collegato l’amplificatore alla chitarra e adesso è giunto il momento di valutare bene il suono, controllare non ci siano distorsioni e che tutto è perfettamente integrato e combinato. Prima di controllare, chiarite a voi stessi che tipologia di suono volete sentire. In base alla potenza dell’amplificatore e osservando come reagiscono le strumentazioni davanti alle varie regolazioni, potete ottenere una conclusione. Non tutti gli amplificatori regolano alla stessa maniera: ciò che dovete appurare è che il sound sia pulito e definito e che se ne avete necessità per le note basse, sia magari cupe e graffianti. Dipende tutto dalle vostre necessità. Potete utilizzare anche la pedaliera che risulta importantissima nella regolazione del suono.
Spesso si è portati erroneamente a credere che suonando a tutto volume si riesce a capire qualcosa sulla qualità del suono. In realtà è sconsigliato alzare il volume al massimo ed è preferibile percepire la qualità del suono in altre modalità. Il volume alto può rendere un’idea per quanto riguarda la potenza del suono e della strumentazione ma non può rendere niente sulla qualità del suono, tanto meno sulla qualità dell’amplificatore. Sicuramente il suono verrà percepito distorto qualora l’amplificatore sia regolato male oppure se la qualità del prodotto è bassa. Il volume ideale dovrebbe essere regolato fra il 50 e l’80% del massimo che si può ottenere, ma non di più.
Spesso si tende a voler usare l’amplificatore per il basso anche per la chitarra elettrica. In linea generale questa operazione e questa abitudine non è consigliata. Non è propriamente indicato farlo ma non tanto per il suono che si ottiene che comunque non è mai reale e congruo alla strumentazione che stiamo utilizzando, ma anche per una questione di componenti facenti parte dell’amplificatore per il basso che sono differenti. I coni realizzati per l’amplificatore da basso non sempre possono accettare le frequenze delle note che si suonano con la chitarra elettrica. Il rischio è anche quello di danneggiare l’amplificatore; mentre per la chitarra correremo il rischio di ottenere un suono non reale. Se siamo soliti suonare di rado e comunque in occasioni, potremmo anche usare l’amplificatore per il basso, ma già se siamo professionisti e dobbiamo esibirci sul palco, anche se raramente non è consigliato usare questa sostituzione. Sarebbe preferibile utilizzare un amplificatore per chitarra più economico ma che sia comunque ideato per le chitarre.
Altro dubbio riguarda l’utilizzo dell’amplificatore per chitarra elettrica in sostituzione dell’amplificatore per chitarra acustica. Questa operazione è possibile e fattibile ma il risultato comunque non sarà quello di un suono ottimo . Se utilizziamo l’amplificatore per chitarra elettrica per la chitarra acustica il combo configurato sarà da considerarsi sufficiente ma non eccellente. Se non volete acquistare troppi amplificatori, potete anche pensare di muovervi in questo senso ma sappiate che dovete fare qualche lavoro in più per quanto riguarda l’equalizzatore e il riverbero.
La potenza dell’amplificatore, a differenza di quanto si possa credere, non è il primo elemento da valutare per la scelta del nostro amplificatore. La potenza rappresenta solo un parametro e non è comunque mai l’elemento più importante a meno che il vostro intento non sia quello di suonare allo stadio oppure in qualsiasi ambiente molto popolato. La questione più importante è la regolazione dei suoni e non tanto la potenza. Dunque la risposta è che il suono viene prima della potenza sempre e che è meglio suonare con un po’ di potenza in meno che con una possibilità di regolazione quasi assente.
Il brand per l’amplificatore è molto importante per decretare la qualità dell’amplificatore stesso. Alcuni produttori affermati ormai da tempo nel mercato, hanno lavorato molto e studiato tanto affinché si realizzassero prodotti molto importanti e di qualità con elementi e caratteristiche strutturali precise e realizzate in maniera dettagliata agli scopi. Fra i marchi meno esperti troviamo spesso quelli che puntano il tutto e per tutto sulla potenza: ma come abbiamo accennato prima questa non è la questione importante.
E’ molto importante valutare la potenza sulla base del tipo di chitarra e sul contesto di utilizzo. Moltissime persone tendono a pensare alla potenza e al fatto che più watt si hanno maggiore è la qualità ed il risultato, ma in realtà dipende dal contesto e quindi dalle esigenze di ognuno. Se la chitarra la si deve utilizzare a casa oppure in uno studio a casa o comunque in qualsiasi luogo chiuso, non occorre acquistare amplificatori che vanno bene per uno stadio. A casa possiamo spaziare da 15 a 50 watt al massimo, dove 15 watt rappresentano il giusto compromesso per un luogo chiuso. In un luogo chiuso l’amplificatore dovrà essere meno potente perché non c’è nemmeno il rischio che le altre strumentazioni possano coprire il suono dell’amplificatore.
Gli ingressi per l’amplificatore sono altrettanto importanti. E’ naturale che ci sia sempre un ingresso e magari anche più di uno. Un cavo importante però è altrettanto fondamentale. Il punto di connessione gioca un ruolo chiave poiché è il punto di passaggio, Le connessioni di materiale migliore naturalmente sono quelle in oro. E’ possibile preferire anche amplificatori con più ingressi e strumenti di controllo separati fra loro; lettori cd e supporti esterni. E’ importante avere ingressi per le cuffie in modo tale da non dover pensare ai fastidi che possiamo arrecare al vicinato oppure per darci l’opportunità di suonare sempre, anche di notte e senza alcun riverbero che fuoriesce.
La configurazione combo è quella certamente più completa perché unisce all’interno di una sola struttura cabinet sia il preamplificatore, sia il finale di potenza che lo speaker di diffusione. La configurazione combo è sicuramente pratica e funzionale rispetto a qualsiasi altra configurazione. Tuttavia la configurazione combo non permette di avere una cassa separata e quindi il suono potrebbe risentirne. Chi vuole una regolazione più precisa e fine dovrebbe optare per un amplificatore vero e proprio che abbia una configurazione diversa. Il combo è sicuramente anche molto più economico e quindi può andare bene quando siamo alle prese iniziali con gli amplificatori e non ancora molto esperti.